Usca. M5S: “La Regione cerca di scaricare sui medici la sua disorganizzazione e i suoi ritardi”
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Nr.: 1829 del
Sanità

Usca. M5S: “La Regione cerca di scaricare sui medici la sua disorganizzazione e i suoi ritardi”

“Siamo abituati ai continui scaricabarile della Regione per cercare di giustificare i suoi fallimenti. Quello delle Unità Speciali di continuità Assistenziale per la gestione domiciliare dei pazienti con Covid -19 è solo l’ennesimo caso. Si cerca di incolpare i medici di continuità assistenziale per la scarsa partecipazione al bando per la costituzione delle USCA, quando la verità è che la colpa è della disorganizzazione regionale in fase di reclutamento del personale, oltre che dei ritardi della nell’attuazione del DPCM del 9 marzo, che ha fatto sì che molti professionisti pugliesi siano andati in altre regioni. Anche per quello che riguarda i Dispositivi di protezione non si ha alcuna certezza. Emiliano continua a dire che ci sono in numero sufficiente, ma vorremmo una mappatura precisa, perchè di annunci ne abbiamo sentiti fin troppi. Il dato reale è che la Puglia, come sempre è ferma, mentre nel resto d’Italia si è già partiti a pieno regime”. Lo dichiarano i consiglieri regionali del M5S Antonella Laricchia, Marco Galante e Grazia Di Bari.
“Un caso emblematico - continuano i pentastellati - è quello della Asl di Bari, dove oggi sono state attivate le prime 4 USCA delle 9 totali organizzate, numero di gran lunga inferiore a quello inizialmente previsto da Montanaro. Dopo la pubblicazione del bando il 23 marzo, avevano aderito più di 120 medici. Il 22 aprile è stata pubblicata la relativa graduatoria di merito e il 4 maggio, ovvero una settimana dopo la data prevista e annunciata dalla Regione per la partenza su tutto il territorio regionale delle USCA, i professionisti sono stati convocati nella sede della Asl per la firma dell'accettazione degli incarichi, con decorrenza degli stessi a partire dal 7 maggio. Il giorno successivo i medici sono stati nuovamente convocati per sottoporsi al tampone prima di entrare in servizio. Il 6 maggio la nuova comunicazione con la rettifica della data della partenza dal 7 all’11 maggio. Insomma poche idee e ben confuse. Dopo tutto questo come si può pretendere che i medici si fidino della Regione? I medici di continuità assistenziale sono presidi di salute sui territori e dovrebbero essere ringraziati, non accusati solo perché pretendono trasparenza e chiarezza per poter combattere contro il Covid -19”./comunicato
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